Nausicaä della Valle del vento: Manga (1982-1994)

Nausicaa della Valle del Vento

Promessa mantenuta, ho finito la rilettura della serie in sette volumi di “Nausicaä della Valle del vento” e sono qui fra voi per recensirla.

Quello che segue sarà uno sbrodolo totale di melassa, abbiate pazienza o fuggite via di qui, perché temo che non avrete un responso obiettivo su cosa sia questo manga – o, per lo meno, se volevate sentirmi parlar male di Nausicaä avete sbagliato persona.

Avevo detto che il film era una pietra miliare del cinema d’animazione. Ebbene, il manga – da cui poi il film è tratto – è anche meglio e non pensavo fosse possibile. Si tratta di una di quelle storie che vanno lette con attenzione ma soprattutto rilette, perché non basta un solo sguardo per comprenderne tutte le sfaccettature e apprezzarne non solo il messaggio di fondo ma anche l’evoluzione dei personaggi, sia principali che secondari.

Un po’ di storia: la pubblicazione di Nausicaä è stata travagliata – la serializzazione è andata avanti dal 1982 al 1994 – principalmente a causa dei numerosi impegni da regista di Miyazaki e del fatto che lui stesso si è trovato più volte di fronte alla prospettiva di poter interrompere la storia in qualsiasi momento.

Meno male che Hideo Ogata lo ha spronato a continuare, bless you, good man.

Forse tutto ciò si avverte nella narrazione di Nausicaä, in alcuni tratti e soprattutto all’inizio, questo vagare della narrazione senza avere una direzione precisa, eppure non è un risvolto negativo della trama del manga. Anzi, quelle che potrebbero sembrare divagazioni finiscono per raccontare una storia più completa che non riguarda solo la principessa della Valle del Vento ma il mondo che lei abita e tutte le persone coinvolte nella sua avventura.

In effetti “Nausicaä della Valle del Vento” come tutte le grandi narrazioni ha il merito di avventurarsi in un world building molto curato, che inventa unità di misura nuove usate appositamente da questa nuova civiltà che cresce e prova a sopravvivere in un mondo post-apocalittico, così come da segnalare è la precisione con cui sono tratteggiati gli equipaggiamenti dei soldati, la flora e la fauna di questa Terra inquinata che ha un panorama da mondo alieno.

Una delle particolarità più lampanti di Nausicaä, tutta visiva, è non solo nel tipo di impaginazione, che dispone le vignette seguendo un gusto molto più vicino a quello del fumetto occidentale che alla tradizione del manga giapponese. Tutto Nausicaä è disegnato a matita e ripassato poi con inchiostro color seppia, dato che contribuisce a rendere tutte le atmosfere della storia ancora più oniriche, delicate e terrificanti al tempo stesso, tanto più se il lettore è abituato al classico bianco e nero dei manga o ai colori “normali” dei fumetti occidentali.

Le vignette sono popolatissime di particolari e sfondi spesso molto dettagliati perché, su stessa ammissione di Miyazaki, Nausicaä doveva essere un manga che non poteva essere letto “mangiando” ma a cui si doveva dedicare tutta l’attenzione possibile, se si voleva seguire il filo del suo discorso.

La capacità inventiva del Maestro è straordinaria e la storia va ben oltre ciò che vediamo nel film: Nausicaä, e noi con lei, esce fuori dai confini della Valle del Vento ed esplora a fondo le terre tormentate di Tolmekia e di Dorok e noi ci troviamo di fronte a una corte dei personaggi più vari. Ognuno è animato da una motivazione differente, condivisibile o meno, ma ognuno crede di stare agendo per il meglio. Storie passate e presenti si intrecciano, antichi misteri si svelano e non mancano le morti illustri.

Il manga, ancora più del film, non si limita a esplorare il problema ambientalista e quello del rapporto uomo-natura ma va a toccare i rapporti di potere, la concezione religiosa della vita, il nichilismo esasperato degli abitanti di un mondo che sembra ormai arrivato allo stremo della sua forza vitale e lo fa senza mai consegnare un messaggio univoco o tracciare una linea di confine netta fra buoni e cattivi.

Se Nausicaä si conferma una protagonista forte, senza sfociare nello stereotipo, fatta di pregi e difetti, virtù e contraddizioni, che porta avanti il suo destino aiutata dai suoi compagni, riesce ad avere uno spazio tutto suo anche un personaggio come Kushana, affascinante e risoluta, che compie una vera e propria rivoluzione copernicana, riscoprendo la voglia di vivere e un nuovo obiettivo per cui lottare. Dall’altra parte il viaggio di Nausicaä permette a Miyazaki di esplorare la Terra post-apocalittica, prendendosi il suo tempo per raccontarne le strutture politiche e sociali e introdurre un parterre di aiutanti e opponenti di tutto rispetto.

Rispetto al film di animazione, il manga si addentra in situazioni e ambientazioni ancora più cupe e orrorifiche (alcune vignette sfociano nell’horror sovrannaturale a dir poco) e di rendere il messaggio di fondo di Nausicaä ancora più palese e approfondito, un messaggio che verrà più volte ripreso da altri film, manga e videogiochi negli anni successivi. Nausicaä parla del rapporto dell’uomo con la natura, di come non possa dirsene il padrone assoluto e non possa giocare a essere un dio onnipotente. E parla anche di come il potere possa corrompere e obnubilare le menti di coloro che governano ma non solo. Miyazaki si spinge oltre e fa elaborare a Nausicaä una religione e una filosofia di vita tutte proprie, che ricomprendono una visione animistica del mondo e non si riducono a dividerlo in bianco e nero.

Lo consiglio? Ma certamente. Sono “solo” sette volumi ma densissimi di avvenimenti, dialoghi, personaggi, tutti con un loro ruolo – grande o piccolo che sia – nella storia. I passi emozionanti, da mozzare il fiato o da lacrime agli occhi, non mancano. Le ambientazioni, poi, sono da sogno fantascientifico, altro che grigi mondi da distopie post-apocalittiche.

Se poi avete a disposizione anche la colonna sonora del film, tanto meglio, perché riesce a dare alla lettura una dimensione onirica, che rende molte scene del fumetto ancora più coinvolgenti e affascinanti.

Nausicaä è sicuramente una di quelle epopee che ha meritato a pieno titolo di entrare nella storia del cinema d’animazione e del fumetto, non solo giapponese.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Torna in alto