Anche le nuvole si inchinano di fronte alle ragioni del cuore

Weathering With You_Locandina

Makoto Shinkai è ossessionato dalle distanze. Che siano distanze fisiche e poi emotive, che siano distanze temporali, sociali, fra la vita e la morte o fra la veglia e il mondo dei sogni, il regista di “Your Name” da sempre sfrutta il minutaggio dei suoi film per sviscerare il vuoto che si crea fra due persone, che si cercano senza mai riuscire a trovarsi del tutto.

Con “Your Name” questo discorso sembrava essere stato portato a conclusione – e con esso anche la parabola artistica del maestro o questo sembrava di capire, dalle recensioni che ne parlavano come di un capolavoro finale. Finalmente, dopo anni di rapporti interrotti da un senso della distanza che nulla poteva colmare, un lieto fine: il lui e la lei di turno si ritrovano, probabilmente per non lasciarsi mai più.

Invece, sorprendentemente, arriva “Weathering With You”, che non è più un film sulle distanze – o perlomeno, la distanza la affronta lateralmente e soprattutto sul finale, per spezzarla a costo di pagare conseguenze che non ricadono più soltanto sulla coppia protagonista. L’ossessione per la distanza si fa da parte, in questa storia che, per citare il suo titolo giapponese, parla di una ragazza in grado di controllare il tempo atmosferico.

È così che in “Weathering With You” Makoto Shinkai fa quello che gli riesce meglio: assoggettare ogni elemento della storia al sentire dei personaggi, trasformando il film in un racconto emozionale, che segue i turbamenti interiori di Hina, la “portatrice del sole” che con le sue preghiere apre squarci di sereno nel cielo uggioso dell’estate giapponese, e Hodaka, adolescente in cerca di lavoro ma soprattutto di una sua dimensione personale in quell’affollatissima e coloratissima megalopoli che è Tokyo.

Nel mezzo ci sono lo scombinato Keisuke Suka e sua nipote Natsumi, che tirano a campare gestendo una scalcagnata e microscopica casa editrice; c’è Nagi, fratello minore rubacuori e sfacciato di Hina e soprattutto un microcosmo di persone che cercano di intrecciare legami stabili e affondare le loro radici in un terreno che non sia più sconvolto da metaforici temporali – che sia la morte di un proprio caro o la spiazzante consapevolezza di non appartenere per nulla al luogo arido in cui si è stati costretti a nascere e crescere.

A Shinkai interessa poco raccontare la cosmogonia del suo universo fantastico, i perché e i percome dei poteri di controllo del tempo atmosferico di Hina Amano. Esistono, perché Hina li ha desiderati nel momento in cui ha cercato di riportare un raggio di sole nella vita della madre morente. Esistono, perché anche il tempo atmosferico finisce per assoggettarsi alle emozioni sue e di Hodaka, accompagnano e punteggiano il nascere e fiorire del loro rapporto – prima professionale, poi amicale, poi sentimentale.

È così che su Tokyo piove a dirotto, per sottolineare il senso di smarrimento di Hodaka Morishima, solo fra le strade di una città troppo grande e troppo fredda, di cui ancora non ha afferrato le regole. È così che un sole ingannevole ma caldissimo e confortante appare fra le nuvole grigie e fitte, quando lui e Hina si incontrano e cominciano a lavorare assieme. È così che la pioggia diventa un uragano da diluvio universale, quando la trama si infittisce, i nodi vengono al pettine, gli antagonisti – il mondo “ragionevole e distante” degli adulti – si mettono in mezzo e la risoluzione della crisi, non tanto inaspettatamente, prevede un completo rovesciamento di tutti gli equilibri, uno status quo che si spezza e una Natura che prende il sopravvento sulle opere dell’Uomo, ricordandogli che su questa Terra è solo un inquilino, che deve pagare l’affitto e adattarsi alle condizioni circostanti.

I poteri di Hina, a ben vedere, sono nient’altro che un macguffin, un espediente usato per movimentare la storia, aumentarne il fascino e potenziarne il messaggio, un po’ come accade in “Mirai”, dove il collega Hosoda sfrutta il potere di un albero antico nel giardino di casa, per permettere al piccolo Kun di viaggiare avanti e indietro nel tempo, incontrando alcuni fra i suoi familiari. Pretendere uno svolgimento classico da action movie fantasy sarebbe inutile, semplicemente perché con “Weathering With You” Shinkai ribadisce tutte le sue ossessioni ma dando loro una chiave nuova, forse persino più ottimistica.

Siamo lontani dalla pessimistica ma piacevolmente estetica rappresentazione della realtà di “Cinque Centimetri Per Secondo”. Non solo perché qui l’elemento fantastico ci mette lo zampino ma perché questa volta Makoto Shinkai si prende il suo tempo per far incontrare il lui e la lei di turno, per lasciare che si conoscano davvero e non attraverso un filtro – un limite anche di “Your Name”, dove a ben vedere Taki e Mitsuha si conoscevano attraverso gli occhi dei rispettivi amici e il loro stesso sguardo, mentre spiavano nella vita dell’altro intrappolati in un corpo che non era il loro. Siamo lontani anche da quel compiacimento estetico con cui Shinkai prendeva le distanze dai suoi personaggi, pur cercando di raccontare la sua storia proprio attraverso il sentiero illogico delle loro emozioni e della loro percezione del reale. I personaggi di “Weathering With You” sono più comicamente imperfetti dei loro predecessori, ci è concesso sbirciare anche nei lati più monotoni e banali delle loro vite quotidiane – e la preparazione del cibo resta sempre uno spettacolo capace di risvegliare una fame feroce anche nel più sazio degli spettatori.

Se c’è una distanza che ancora ossessiona Shinkai, in questo caso non è fra Hodaka e Hina ma fra Hodaka, Hina e Nagi e gli adulti, che non capiscono il loro desiderio di ricostruire un nido familiare, di trovare una propria dimensione in un mondo che non è solo fatto di freddi fatti razionali ma anche di magie inaspettate, come quella che permette a Hina di congiungere le mani e pregare per il bel tempo.

Shinkai fa anche un passo avanti rispetto al suo “Your Name” e se lì il lieto fine arrivava forzosamente, dopo una serie di paradossi temporali sbrigati frettolosamente nel mezzo di troppe tematiche infilate tutte assieme nello spazio compresso di un solo film, qui arriva a prezzo di più di una rinuncia: la rinuncia al mondo che c’era prima, quello che Hina e Hodaka hanno rifiutato e nelle cui pieghe vivacchiavano, cercando di non lasciarsi scoprire dagli adulti; una separazione che è solo una temporanea resa a una realtà che sta cambiando, che gli adulti lo vogliano oppure no.

E poi c’è l’altra nota di merito dei film di Shinkai, che qui risalta fortissima: il ritratto estetizzante della realtà, un affresco stupendo di una Tokyo tanto realistica – nell’uso di insegne e marchi veri – quanto ideale, con le sue superfici lisce e levigate, brillanti, perfettamente proporzionate, dove il vecchio, il consunto, il corroso spuntano non come un pugno in un occhio ma come armonico contraltare di un panorama complesso e variegato.

“Weathering With You” è così ancora una volta una storia di distanza e di crescita di due ragazzi in un mondo ingiusto e complicato, un atto di amore e di critica verso una città tanto colorata quanto crudele. C’è persino qualcosa del primissimo Miyazaki, in quel finale dove la Natura trionfa, insieme ai sentimenti sinceri di Hodaka e Hina, scombinando le carte in tavola agli adulti, coi loro piani ordinati e la loro visione della realtà troppo limitata per ammettere la presenza di un elemento destabilizzante come quello naturale – per quanto sublimato in un potere magico.

È una piccola ma significativa virata nello stile e nei temi preferiti da Shinkai, “Weathering With You”, che realizza un compromesso fra i toni eccessivamente action e poco riflessivi di “Your Name” e quelli fin troppo speculativi e introspettivi di “Cinque Centimetri Per Secondo”. Una visione emozionante e piacevole, insomma, che riconferma le capacità del maestro di saper raccontare le sue storie attraverso le emozioni, più che attraverso le azioni dei personaggi. Persino il clima, in questo quadro, finisce per piegarsi alle regole del cuore.

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