Kill Six Billion Demons (2013 – In prosecuzione)

Di guerre multiversali e ragazze che sfidano il potere

Circa tre anni fa mi sono imbattuta sulla mia dashboard di Tumblr in un post che mostrava la tavola a colori di un webcomic. In quella tavola c’era un combattente dall’aspetto alieno, che sgominava una banda di trafficanti di schiavi in un’ambientazione che richiamava alla lontana le bettole malfamate della Tatooine di Luke Skywalker.

A terra, in stato di incoscienza, giaceva una ragazza umana, catapultata in questo universo fantastico e terribile per mezzo di una chiave magica dai poteri (fra gli altri) di trasporto spazio-temporale, che le era stata incastrata al centro della fronte da un misterioso cavaliere di un altro mondo.

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Il nome del fumetto era Kill Six Billion Demons ed era pubblicato, a puntate irregolari, su un sito dall’URL omonimo.

Io, intrigata da quella sbirciatina in una storia fantasy avventurosa, ho salvato il link nei preferiti in attesa di avere un po’ di tempo libero per spulciarlo con calma.

Poi è arrivata la pandemia e io mi sono ricordata della sua esistenza, beccando la storia giusto nel mezzo della pubblicazione dell’ultimo dei cinque libri di cui si compone.

Ed è così che ho scoperto la storia – tragica e comica assieme – di Allison Wanda Ruth, della sua maestra di lotta, l’angelo 82 – White Chain Born In Emptiness Returns To Subdue Evil, e della sua compagna d’avventura, il demone Ciocie Cioelle.

Ma cominciamo dall’inizio.

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Sulla copertina del terzo libro di Kill Six Billion Demons, in primo piano ci sono: Ciocie Cioelle in alto a sinistra, Allison in basso al centro e White Chain in alto a destra. Sullo sfondo di intravede uno dei Sette Demiurghi, Mammon.

Storia della Città al centro dei 777.777 universi

Innanzitutto: cos’è Kill Six Billion Demons? K6BD è la storia di un viaggio, come accade spesso nel fantasy. La storia di un viaggio e di una scoperta di sé e del mondo che ci circonda, delle contraddizioni intrappolate nella nostra mente e nelle regole dei sistemi che ci governano.

Quello che accade a Allison, ventitreenne che fa la barista e ha una laurea in filosofia, quando viene catapultata dalla stanza di un dormitorio a una megalopoli al centro del multiverso, non è solo un’avventura per tornare alla deprimente normalità in cui è incastrata. Tutt’altro. Quello che Allison scopre, dopo essere stata sballottata in giro per quartieri malfamati come un pacco di merce “che scotta”, è che lei “a casa” potrebbe tornare quando vuole, grazie alla chiave che ha incastonata nella fronte.

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Ma ormai la visione di Red City, la megalopoli di cui sopra, e l’incontro con White Chain e Ciocie Cioelle l’hanno costretta a porsi delle domande sulla sua vita e sulla percezione che ha di se stessa. La sua storia sembra dover essere solo una folle corsa per trovare qualcuno a cui appioppare il fardello di poteri e responsabilità che ha ricevuto e per riprendersi il suo fidanzato-da-tre-settimane, Zaid, da chi lo ha rapito. In realtà il viaggio costringerà Allison a cambiare, in risposta a una realtà molto più complessa e molto meno scontata di quello che sembra.

La nostra protagonista bionda tinta si rivelerà così un agente del cambiamento: del suo e delle persone che la circondano, a cominciare da White Chain e Ciocie Cioelle, costrette a fare i conti con i loro “demoni interiori” e con la percezione che hanno di sé – percezione inevitabilmente distorta dalle aspettative altrui.

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E non sono solo le persone, che le nostre eroine incontrano, a cambiare dopo averle conosciute. Quello che Allison scoprirà – e con cui White Chain e Ciocie Cioelle dovranno fare i conti – è che Red City e tutti i 777.777 universi marciscono, intrappolati nelle maglie di un sistema immobile e multi-millenario, che mantiene in vita il potere dei Sette Demiurghi. Sette Demiurghi che si sono spartiti gli universi come una torta – costringendo tutte le persone normali a una sudditanza coatta, dove la legge del più forte e la stasi opprimono ogni cosa.

K6BD è così, nella sua apparente linearità, un dialogo filosofico sul potere, su come i governi intrappolino gli individui in gabbie fasulle, che li rendono infelici e schiavi, e su come il cambiamento sia doloroso ma necessario per liberarsi da queste ipocrite pastoie.

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Stando alle parole stesse di Abbadon, l’autore, il titolo più appropriato per la sua opera avrebbe dovuto essere Kill The Seven Dark Emperors ma sul perché del titolo attuale ritorneremo nel terzo paragrafo.

C’è del Moebius fra questi demoni millenari

Ci sono diversi livelli di lettura quando si parla di Kill Six Billion Demons.

Io, banalmente, sono stata attirata dallo stile, sono rimasta per la storia, sono stata conquistata dai personaggi e affascinata dalla lore.

A livello puramente visivo, K6BD ha un impianto grafico molto ricco. Abbadon colora tutte le tavole: si tratta spesso e volentieri di pagine fitte di vignette molto dense, che spezzano la rigida gabbia dei loro confini lineari per mescolarsi le une con le altre e donare alle sequenze di battaglia un ritmo sostenuto. Certe volte si ha l’impressione di assistere a una partita di ping-pong, tanto istantaneo è lo scontro di colpi fra i duellanti.

Alle sequenze d’azione, molto rapide e molto lineari, fanno da contrappunto panorami maestosi dove le inquadrature scardinano le vignette, aprendosi su tutta la pagina per mostrare al lettore le visioni disorientanti e brulicanti di vita degli affollati settori in cui è divisa Red City. La Città Rossa, che è un agglomerato di ottocento milioni di anime, è anche la sede di Throne, la Torre che è il fulcro centrale dei 777.777 universi che compongono la Ruota (The Wheel), il fantastico multiverso di K6BD.

Un Paradiso che è diventato un Inferno, dove le gigantesche, antiche divinità che l’hanno plasmato sono ormai morte, diventando scheletri mastodontici riadattati poi in palazzi dagli ingegnosi cittadini di Red City – dediti a ogni tipo di illegalità pur di sbarcare il lunario.

Nella Città Rossa Allison e il lettore si muovono insieme, prima disorientati e poi sempre più sicuri, mano a mano che le pagine del fumetto e della lore si susseguono.

Abbadon è molto influenzato, nel suo tratto prolifico e morbido, da Moebius, come afferma anche nel blog di K6BD. I fan del geniale fumettista francese se ne accorgono già di fronte alla prima splash page, in cui Red City si offre al nostro sguardo, chiedendo di essere esplorata con la stessa attenzione con cui si esplorerebbe una pagina di un libro di Dov’è Wally?.

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La predilezione di Abbadon per l’uso della proiezione isometrica, invece della prospettiva, è solo uno dei segnali di come K6BD, pur incasellandosi nel genere fantasy, lo faccia da un punto di vista tutto personale, che non si limita a deformare la rappresentazione grafica degli ambienti in cui i personaggi si muovono ma anche il modo in cui si può leggere K6BD.

C’è una lettura “tradizionale”, fatta ignorando le lunghe didascalie; una lettura “frammentata”, che costringe a leggere la singola tavola e sospendere il flusso della storia, per consultare il pezzo di lore che si trova subito sotto; una lettura “meditata”, in cui il lettore legge tutto d’un fiato un capitolo, si ferma e torna indietro, per rileggere ogni tavola completa della sua didascalia esplicativa.

Profumo di D&D e di DBZ

La lore di K6BD è quella che, più di tutto e volutamente, tradisce le origini “nerd” di questo fumetto, che affonda le sue radici nei giochi di ruolo da tavolo, nei videogame GDR della serie The Elder Scrolls ma anche nei manga shounen – in special modo in quel glorioso trionfo di botte spettacolari che è Dragon Ball.

Così può capitare di trovarsi di fronte a una tavola come questa e leggere nei commenti lettori in visibilio strillare: “Mimics! The room is full of mimics!” certamente memori di serate passate attorno a un tavolo alla mercé di un master particolarmente sadico.

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Ma a colpire più di tutto è la cosmogonia dell’universo in cui è ambientato K6BD, efficacemente riassunta in queste due tavole che raccontano del “suicidio” di YISUN, divinità che ha creato la Ruota del multiverso e le cui gesta sono intrise di un misticismo che attinge in egual misura dai testi sacri induisti, dalla mitologia cristiana e dagli insegnamenti dello gnosticismo (non a caso i sette “falsi imperatori” vengono definiti “demiurghi”, false divinità che non hanno creato i mondi che pure governano con pugno di ferro).

I più esperti giocatori di Morrowind, poi, non potranno non riconoscere negli insegnamenti di YISUN l’eco delle 36 Lezioni di Vivec, compendio di testi mistici dal significato altrettanto oscuro, che meritano una esegesi fanta-religiosa a parte.

D’altronde i riferimenti alla cultura pop e alla filosofia religiosa abbondano in un testo che era nato come esperimento di narrazione collettiva nel forum di MS Paint. Questo nome non suonerà nuovo alle orecchie degli assidui lettori di Andrew Hussie: la genesi dei suoi Problem Sleuth e Homestuck, due webcomic tanto folli quanto geniali, è stata ugualmente condivisa e popolare.

Abbadon, tuttavia, ha preferito imboccare una strada meno folle e più lineare e forse per questo anche più soddisfacente per il lettore. K6BD era nato per essere una saga simil-shounen, in cui la protagonista avesse il compito di uccidere sei milioni di demoni ma poi, a quanto pare, il suo autore ha deciso di portarla altrove.

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I combattimenti non mancano di certo in questa nuova versione – il quarto libro ammicca intelligentemente al Torneo Tenkaichi di Dragon Ball; mentre il quinto, attualmente in svolgimento, è un susseguirsi di maestose e concitate splash page. Ma ogni cazzotto e ogni calcio sono funzionali alla crescita personale dei personaggi.

I colpi di scena non mancano in K6BD ma sono coerenti col tono della storia, sorprendono positivamente il lettore (dandogli ciò che la narrazione ha promesso), completano gli archi emotivi dei personaggi e sovvertono certi trope abusati (come l’infuocato conflitto interiore fra le due opposte personalità del sé molto frammentato di Allison).

K6BD è un toccasana, per gli occhi e per la mente, una lettura coinvolgente che, pur non essendo eccessivamente tragica e complessa, tocca temi profondi con intelligenza e riesce a divertire e coinvolgere il lettore.

Sicuramente consigliatissima a chiunque abbia voglia di svagarsi in un momento storico che richiede un po’ di sano escapismo in un mondo fantastico ma raccontato su più livelli, per poter essere esplorato più e più volte, scoprendo sempre qualcosa di nuovo.

E se volete ringraziare Abbadon, c’è un Patreon per supportare il webcomic, mentre i primi tre libri della serie sono disponibili in formato cartaceo grazie alla Image Comics (li trovate anche su Amazon).

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