Siamo stati chiamati, come cittadini e parte integrante di questo sistema complesso, a decidere dei meccanismi con cui si fanno le leggi, con cui i partiti che eleggiamo e che ci rappresentano dovrebbero intervenire a gestire la nostra vita quotidiana. E dovrebbero farlo – come i principi delle vere democrazie stabiliscono – cercando l’accordo più ampio per proteggere tutte le fasce di popolazione, per cercare un cambiamento di comune intesa, piuttosto che imponendosi con la forza di un numero parlamentare che spesso non rispecchia nemmeno gli equilibri reali.
Ultimamente, però, mi è capitato sempre più spesso di lasciare il cinema in uno stato di profondo disappunto. Se dovessi dire qual è il film che in questo 2016 mi ha fatto ridere più genuinamente – senza forzarmi alla risata, senza giocare sporco su argomenti di per sé ridicoli come produzioni di gas corporee varie ed eventuali – direi «Zootropolis». Se dovessi dire quale film mi ha commosso ed è andato più a fondo nel mio immaginario, direi «Alla ricerca di Dory». Se dovessi accennare a quale film avesse un uso più spregiudicato e originale della sceneggiatura, direi «Deadpool».
Mi è stato chiesto, in questi giorni, visti gli studi che ho fatto e i libri che ho letto, che cosa ne pensassi di quello che sta accadendo fra l’Europa e il Medio Oriente e se potessi suggerire modi alle altre persone di informarsi in maniera più completa sull’argomento, anche solo per farsi un pensiero di massima su una situazione che ci sta gettando tutti, volenti o nolenti, nel panico. Seguirò quattro punti fondamentali , senza la pretesa di dare una lettura completa di quello che sta succedendo ma piuttosto offrire un trampolino di lancio da cui partire per nuotare nel mare magnum di informazioni sparse che è il web e in generale i mass media nel nostro 2015.