«Scusate ma ho bisogno di un momento per elaborare… io ci sono cresciuto con Wolverine, mi capite?» dice un giovane uomo seduto nella fila davanti alla mia alla fine del film e io lo capisco. Perfettamente.

Perché anche io ci sono cresciuta con Wolverine, sia con quello fumettistico sia con quello cinematografico, e perché il colpo al cuore, a fine film, è doppio – ma che dico, triplo, anzi no, multiplo – e l’elaborazione del “lutto” è così complessa che non riesco nemmeno a piangere.

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Credo che il primo scopo di un film sia quello di intrattenere – per lo meno di questo tipo di film. Ecco, X-Men – Apocalisse ha centrato in pieno l’obiettivo: è un film dalla trama lineare, classica, con un antagonista molto potente e assetato di ulteriore potere, un parterre di protagonisti già sviluppati nei due capitoli precedenti e portati alle estreme conseguenze, nuove reclute che scalpitano per presentarsi e impossessarsi del proscenio nei capitoli successivi.

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