Si tratta di due storie che hanno per protagoniste due coppie di ragazzini – Conan e Lana in Conan, ragazzo del futuro e Dipper e Mabel in Gravity Falls – che in entrambi i casi devono misurarsi con la fine del mondo (già avvenuta in un caso; da scongiurare nel secondo). In entrambi i casi c’è una generazione precedente di “grandi vecchi”, che devono fare i conti con gli errori commessi nel loro passato e aiutare i giovani eredi a non soccombere sotto gli effetti collaterali di quegli stessi errori.

E poi sono due storie guidate da una narrazione fortemente emozionale, ambientate in mondi soleggiati, dove contemporaneamente si accostano panorami rigogliosi e antri cupi e inquietanti. Questi panorami fanno da sfondo al viaggio – metaforico e fisico – dei protagonisti verso una meta, che in qualche modo è il ritorno a casa ma fatto dopo essere cresciuti ed essere diventati più consapevoli e aver trovato degli alleati per affrontare il mondo e le sue sfide.

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La vera fortuna di Saving Mr. Banks sono Emma Thompson, Tom Hanks e Colin Farrel – rispettivamente P.L. Travers, Walt Disney e Travers Goff, padre di Pamela – che si rivelano interpreti straordinari. Avrebbero meritato una sceneggiatura migliore ma resta il fatto che senza il loro apporto questa teoria di cartonati ripieni di cliché non avrebbe retto, né meritato la pioggia di complimenti che ha ricevuto. Il problema con Saving Mr. Banks, tuttavia, non è il facile ricorso a stereotipi narrativi ben collaudati per muovere a facile commozione il pubblico.

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Con Il Libro della Giungla, però, devo dire di essermi perfettamente ricreduta, non solo per il modo in cu la trama ha saputo intrecciare le ispirazioni del cartone animato del 1967 alla lettera dei racconti di Rudyard Kipling, ma anche per la bravura degli interpreti coinvolti. O meglio, dell’interprete e dei doppiatori.

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“Zootropolis” aveva invece tutte le carte in regola per potermi stupire positivamente. Animali antropomorfi, una realtà alternativa, una trama da noir che faceva intravedere quel famoso “doppio livello d’interpretazione” che rende certi film apparentemente per tutti ma sotto sotto per adulti, perché solo se hai una certa età capisci gli ammiccamenti e soprattutto alcuni dei messaggi più sottili della storia.

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Un film che parla di emozioni, della fatica di crescere, dell’importanza di abbandonarsi a sentimenti negativi e non solo di essere sempre felici può influenzare il giudizio complessivo sulla gestione della trama, sull’animazione, sulla musica, insomma su tutti quei lati tecnici di cui bisogna tener conto, se si vuole giudicare la qualità obiettiva di un film e non solo l’impatto che ha avuto su di noi a livello emozionale.

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